Era il maggio 2009 quando, sul quinto numero del Roberto Nuti News, il nostro magazine aziendale, pubblicavamo la notizia della firma che siglava la costituzione della SABOHEMA Automotive: una joint venture tra il nostro Gruppo e il gruppo Hema Engineering Industries Ltd: importante realtà indiana operante in svariati settori, specializzata nei componenti originali (OEM) per il settore automobilistico e motociclistico. Nasceva così a Gurgaon, vicino Nuova Delhi, lo stabilimento che avrebbe cominciato a produrre alcune linee di ammortizzatori per veicoli industriali.

Il 13 gennaio 2020 abbiamo ufficialmente festeggiato i primi 10 anni dall’inaugurazione della sede con una bellissima festa nello stabilimento indiano, ricordando le tappe essenziali che hanno portato SABOHEMA ad essere un’eccellenza in termini produttivi e di qualità.

SABOHEMA: l’inizio e i primi anni

Questa internazionalizzazione è uno sforzo necessario per affrontare in modo competitivo il mercato asiatico e mediorientale e un certo tipo di clientela difficilmente avvicinabile con la nostra produzione italiana. Inoltre in India, in particolare, prevediamo uno sviluppo notevole del trasporto pesante e quindi nuove opportunità per la nostra azienda di servire il mercato locale”, precisava dieci anni fa Massimo Nuti, amministratore delegato della Roberto Nuti Spa.

Per avviare la produzione fu mandato in India Marino Vitali, in quel momento direttore generale della sede di Vicchio del Mugello. Vitali cominciò così, tra un impegno e l’altro, a collaborare con il Roberto Nuti News, curando una simpatica rubrica dal titolo “Taccuino dall’India”. Più sotto riportiamo quello che fu il suo primo articolo.

Sempre nel 2010, pochi giorni dopo l’inaugurazione dello stabilimento di Gurgaon, a Bologna organizzammo un concerto di musica indiana (Milon Group) in onore del console generale dell’India, Sarvajit Chakravarti, in città su invito del nostro Gruppo. Al concerto collaborarono importanti realtà bolognesi, fiorentine e indiane, come Ima, Process Factory, Scouting India, Octagona, Kalyan, Rilievi Group.

A un anno di distanza dall’apertura, Marino Vitali scriveva: “Abbiamo inaugurato l’azienda il 13 gennaio 2010 e il 28 dello stesso mese avevamo già realizzato il primo campione. Il nostro obiettivo era di produrre 60.000 pezzi entro il 31 marzo 2011, un traguardo raggiunto con due mesi di anticipo. Abbiamo dato all’azienda uno stile italiano, in cui tutte le persone meritano rispetto, al di là dei ruoli che ricoprono. A Gurgaon l’atmosfera è piacevole ma si lavora sodo e stiamo per raggiungere quota 85.000 ammortizzatori”.

Vitali rientrerà in Italia nel 2013, per poi raggiungere la pensione a fine 2016.

SABOHEMA oggi

Oggi SABOHEMA Automotive è un vero e proprio gioiello e produce ammortizzatori, ammortizzatori per cabina e molle ad aria senza compromessi sulla qualità. Sul posto operano il CEO S. N. Ahmed e direttore di stabilimento Chandresh Jajoo.

L’azienda pone attenzione alla costante formazione dei dipendenti e alla qualità della produzione: SABOHEMA è certificata ISO9001, ISO14001, ISO18001 e ISO/TS16949. 

“Sono orgoglioso dei risultati raggiunti da questa azienda in questi in dieci anni – conclude Massimo Nuti-. Vorrei ringraziare tutti i partner, i dirigenti, i dipendenti, i clienti e i fornitori per il contributo che hanno apportato al raggiungimento di questo importante traguardo”.

Taccuino dall’India, il primo articolo – Gennaio 2010

A Gurgaon tutto bene, sia per quel che riguarda il lavoro sia per la vita di tutti i giorni. Lo stabilimento Sabo Hema, appena inaugurato, dovrebbe cominciare a produrre entro gennaio. Dai primi giorni di dicembre abbiamo iniziato a realizzare i campioni, non sarà facile ottenerne di perfetti fin da subito, mi sono dato due mesi di tempo per riuscire ad avere modelli eccellenti, da inviare anche allo stabilimento Sabo di Vicchio del Mugello per un ulteriore controllo. Per quanto riguarda la mia vita in India, posso dire che io che mia moglie Patrizia ci troviamo benissimo, siamo persone che credono molto nei valori umani e morali, qui in India abbiamo trovato persone molto cordiali e ospitali. Abbiamo avuto l’onore ed il privilegio di partecipare come invitati ad un matrimonio ed è stata un’esperienza fantastica. Tutti cercano di metterci nelle condizioni migliori e ci coccolano. Abbiamo avuto bisogno di una visita ospedaliera, posso assicurare che sia il medico che ci ha assistiti che la clinica stessa ci hanno lasciati sbalorditi per efficienza, pulizia e professionalità; non abbiamo mai visto in Italia un ospedale così ben organizzato, gli esami e la visita di cui necessitavamo sono stati fatti in tre ore, quando da noi Italia ci sarebbero voluti più di tre mesi. Il tutto per l’equivalente di 29 euro. Penso in tutta sincerità che il nuovo mondo sia qui, noi siamo contenti di esserci, un po’ come «cani da tartufo» che cercano di conoscere quello che c’è attorno. Non nascondo che vi sono anche miseria e rassegnazione (forse), ma è un mondo da conoscere e, per certi aspetti, stimare e apprezzare. Eccovi la foto della nostra Ambassador, che ho scelto come auto aziendale. Come sapete è un veicolo pieno di storia: è stato fatto costruire nel 1948 per festeggiare l’ottenuta indipendenza dell’India dagli Inglesi. Il design è rimasto sempre quello, anche se ha tutti i confort di una macchina moderna, ad esempio l’aria condizionata, che qui è indispensabile.

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