Da oltre 10 anni il nostro Gruppo ha posto l’attenzione verso l’occupazione femminile nel settore dei trasporti, in crescita ma sempre bassa in rapporto al sesso maschile. Una recente iniziativa della rivista Uomini e Trasporti pone l’accento su questi aspetti, arrivando a pubblicare un vero e proprio manifesto per favorire un incremento della presenza delle donne nel settore. Il progetto si chiama «Anch’io volevo il camion», ed è diventata una sezione del sito della rivista. Accedi alla sezione Anch’io volevo il camion.
Attualmente nel settore dei trasporti c’è una donna ogni 5 occupati, se poi ci si riferisce alla presenza al volante il rapporto diventa di 1 a 100. L’obiettivo dell’iniziativa, molto ambizioso, è quello di far lievitare l’occupazione rosa fino al 25% nell’arco di 3 anni (nel settore trasporti) e del 5% per la presenza al volante.
Sono tanti i benifici che si potrebbero trarre da una maggiore presenza femminile nel settore, ma altrettanto numerose sono le barriere da scardinare, compresa una certa cultura maschilista ancora forte nel settore.
IL MANIFESTO DI UOMINI E TRASPORTI
Triplicare in tre anni la percentuale di autiste di mezzi pesanti per il trasporto delle merci: dall’attuale 1,6% arrivare, entro fine 2023, al 5%. Che stando ai numeri Istat significherebbe imbarcare circa 20.000 nuove autiste, da aggiungere alle 10.000 già oggi attive su un Tir. Sempre entro fine 2023 le donne nel settore del trasporto e magazzinaggio dovrebbero arrivare al 25%, avanzando di circa 3 punti percentuali rispetto all’attuale 21,9%. È questa in sintesi l’essenza del manifesto che c’è alla base del progetto «Anche io volevo il camion», ideato e realizzato da Uomini e Trasporti e sostenuto anche tramite una sezione dedicata del sito internet.
Oggi in Italia mancano circa 15mila autisti professionisti, in Europa circa un camion su 5 rischia di rimanere nei piazzali per assenza di personale. Chi è alla guida di un mezzo pesante oggi ha un’età in media superiore ai 50 anni: il popolo degli autisti professionisti invecchia, facendo prevedere che la domanda di tale professionalità è destinata a crescere. Anche perché contemporaneamente i giovani non vogliono più fare questo mestiere e le risorse provenienti dall’Est Europa sono in via di esaurimento in quanto preferiscono rimanere nei rispettivi paesi, dove si è assistito a un importante sviluppo di aziende di autotrasporto. E allora, perché non guardare alle donne?
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